Riflessioni su psiche e malattia

La felicità e il dolore sono sentimenti transitori, entrambi determinati dalla concomitanza di uno stato interno e da circostanze esterne, sono percepite istintivamente e razionalizzate dalla ragione.
La serenità è uno stato dell’individuo che consapevole della transitorietà della felicità e del dolore, controlla la sua reattività istintuale.

La malattia come stato interno e la morte come circostanza esterna, sono le cause dei sentimenti negativi percepiti dall’uomo come dolore. È in questo stato, quando il disagio esistenziale è intenso, che l’uomo si chiede: perchè?
Il medico che combatte la malattia non può non considerare il dolore del paziente ma soprattutto deve essere conscio che il malato sta vivendo in un profondo disagio esistenziale.

La storia della medicina è piena di scoperte incredibili ma anche di tanti errori altrettanto incredibili, ecco perché l’attività medica deve essere condizionata dalla modestia. L’arroganza e la certezza non aumentano la capacità terapeutica ma, aumentano la malattia iatrogena.

Viviamo nella felicità e nel dolore ma cerchiamo la serenità.
Evitiamo che Il dolore, la paura e l’angoscia (le macchine che creano le divinità e i regimi) ci portino in ginocchio per l’ennesima volta.

I chiamati folli accettano con serenità il susseguirsi delle casualità che caratterizzano la loro esistenza.
“Le nostre percezioni non possono comprendere il sistema in cui viviamo ma solo alcuni aspetti limitati, peraltro interpretati dal modello culturale di registrazione. In questa realtà non si può costruire niente, se riuscite a comprendere, benvenuti nel regno della follia” (Kary Mullis).