Il Papilloma: un virus dermatologico
I papilloma virus (papovaviridae) sono agenti infettivi ubiquitari, specie specifici, manifestano uno spiccato tropismo per il tessuto cutaneo e mucoso.
Si conoscono oltre 100 tipi di HPV, causano escrescenze di tipo verrucoso:
le verruche cutanee e i condilomi genitali.
Anche i tumori del collo dell’utero sono causati dall’HPV.
Possiamo dividere gli HPV a basso rischio, i quali attaccano la cute (6, 11, 42, 43, 44) e HPV ad alto rischio, i quali attaccano le mucose (16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 68).
Gli HPV tentano di evitare il sistema immunitario in quanto non si legano agli epiteli intatti, due sono le proteine (L1 e L2) più importanti per la penetrazione nel cheratinocita basale che avviene in presenza di cute danneggiata. Il virus ritarda la propria replicazione per alcune settimane fino a quando il cheratinocita è destinato alla morte naturale (la sua distruzione da parte del virus sfugge al sistema immunitario.
I vaccini
Due vaccini sono commercializzati per HPV, prevedono la somministrazione di tre dosi per via intramuscolare e determinano il picco anticorpale dopo trenta giorni. L’efficacia e la durata dell’immunità dovranno essere valutate con studi clinici di lunga durata.
Conclusioni
La diagnosi di verruche e condilomi è evidente alla visita dermatologica.
L’infezione genitale è spesso destinata a scomparire spontaneamente ma per prevenire il tumore del collo dell’utero si consiglia di effettuare un PAP test ogni tre anni.
Per evitare di auto infettarsi e d’infettare gli altri è necessaria la tempestiva rimozione delle verruche e dei condilomi.
Utile l’igiene vaginale con Atogyn post mestruale e post coitale se rapporto a rischio.
Appunti immunologici per cercare di capire come l’uomo cerca di difendersi dalle infezioni virali
Immunità innata: è la difesa immediata e indifferenziata, è la tipica iniziale risposta immunitaria ai virus che è evidente non possa essere condizionata dalla memoria immunologica (pregressa malattia o vaccinazione).
Questa prima linea di difesa sembra in grado di bloccare il 90% delle infezioni.
Le cellule “natural killer” (NK) sono un sottoinsieme di linfociti presenti nel sangue e nei tessuti che riconoscono e distruggono le cellule infettate dai virus.
Immunità adattativa: è una difesa selettiva e persistente, è la risposta immunitaria perfezionata. La funzione è svolta dai linfociti T:
1. T CD4+: l’agente infettante è catturato dalle cellule dendritiche (APC = antigen presenting cells) che lo digeriscono e lo mostrano sulla loro membrana esterna in vari pezzi. Ogni linea di cellule T CD4+ (Th1 e Th2) riconosce un pezzo dell’agente infettante (l’antigene) si moltiplica e produce citochine in grado di regolare l’attività di altre cellule immunitarie.
2. T CD8: questi linfociti riconoscono le cellule infettate dai virus (brevi peptidi sintetizzati nel nucleo della cellula, degradati e associati al sistema MHC di classe I indotte. In caso di malattia o di vaccino cominciano di nuovo a lavorare e la risposta diviene efficace in due giorni (plasmacellule B indipendenti).
T regolatori controllano le reazioni immunopatologiche.
Linfociti B che interagiscono con i T e diventano plasmacellule che producono anticorpi specifici per ogni antigene.
Le cellule della memoria: sia i linfociti T che B. Talvolta restano quiescenti per anni anche in assenza dell’antigene che le haindotte.
Nota
L’efficacia clinica non sempre si correla al titolo anticorpale: è possibile il riscontro di alti titoli di anticorpi senza che ci siano evidenze della memoria o viceversa assenza di anticorpi e memoria immunologica conservata.